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Come si struttura un Font

19 Giugno 2019
Come si struttura un Font - Blu calamaio

Come si struttura un Font e l’importanza dei font nell’universo grafico

Che si operi nell’ambito della grafica digitale o della tipografia, che si lavori fianco a fianco con stampanti o mezzi dedicati alla riproduzione di stampe per la pubblicità, i font rappresentano uno strumento chiave, un mezzo imprescindibile a cui un grafico deve necessariamente fare (sempre) riferimento. È grazie a un determinato font se un grafico, uno scrittore, un giornalista o un artista digitale ha la possibilità di lavorare in una specifica modalità, potendo dar vita a creazioni dallo stile netto e ben delineato.

Un font classico potrà essere più adatto per la stesura di articoli di giornale, mentre un font più arrotondato potrebbe prestarsi alla creazione di fumetti umoristici; un font elegante, invece, si rende perfetto per la concezione di inviti matrimoniali, ad esempio, o per la realizzazione di pubblicità artistiche e di grande effetto. Da tutto ciò si può dedurre facilmente come dietro ai font vi sia un vero e proprio mondo a sé stante, caratterizzato da dettagli infinitesimali in grado di cambiare notevolmente l’esito di progetti grafici di qualsiasi tipo. Ma entrando nel dettaglio, cos’è un font? Quali sono le sue caratteristiche principali? E sul piano pratico, come si giunge alla crea e come si struttura un font?

Generalità e caratteristiche dei font

Partiamo da alcune generalità. Per definizione, il font non è altro che un carattere tipografico caratterizzato da specificità legate allo stile e alla grafica. La lingua italiana ha adottato il termine “font” dalla lingua inglese, sia per un fatto di pura globalizzazione delle terminologie anglosassoni che per una maggiore comodità nell’utilizzo di software che fanno uso di tali lemmi (in italiano la traduzione letterale di “font” corrisponderebbe a “fonte” o “tipo di carattere”).

Per quanto riguarda il loro aspetto, i font possono variare enormemente l’uno dall’altro in base a tutta una serie di fattori estetici differenti:

  • dalle dimensioni alle proporzioni;
  • passando alla cosiddetta “apertura” (l’ampiezza delle curvature dei simboli utilizzati nel font);
  • fino al “peso” del carattere (il rapporto esistente tra l’area del carattere stesso, colorata di nero, e lo spazio restante attorno ad esso).

Ogni singolo fattore è in grado di influire enormemente sia sulla qualità che sull’aspetto formale definitivo del font. Per far intuire al meglio la reale importanza dei font a fini tipografici, basti pensare che gli stessi tipografi seguono regole ben determinate per produrre e riprodurre i caratteri utilizzati per la stampa di un’opera particolare. Stiamo pur sempre parlando di un elemento che ha contribuito enormemente a cambiare in maniera radicale l’approccio degli esseri umani alla cultura, dai tempi dell’invenzione della stampa a caratteri mobili sino ad arrivare ai primi software di videoscrittura. Dopo aver fatto un po’ di chiarezza in merito all’argomento, passiamo alla parte pratica di come si struttura un font.

La strutturazione di un font: cos’è

È sbagliato pensare che i font attualmente esistenti siano le uniche alternative per grafici e tipografi di produrre materiale da mandare in stampa attraverso tecniche variabili. Inventare un font partendo da zero, infatti, è del tutto possibile. L’operazione diviene fattibile grazie a metodologie differenti, ognuna delle quali comporta il raggiungimento di un determinato risultato estetico. In linea generale, sono sostanzialmente tre i metodi che consentono di concepire font in maniera del tutto libera e personalizzata:

  • i siti online;
  • le applicazioni per smartphone e tablet;
  • i software per PC/Mac.

A seconda delle necessità del singolo utente, le funzionalità di una o dell’altra metodologia portano alla creazione di font attraverso procedure differenti, ma in linea generale i passaggi che rendono possibile la concezione di un nuovo carattere sono sempre i medesimi: ci si arma di matita e righello (elementi entrambi digitali), si procede con l’impostazione di determinati parametri (altezza del font, peso e via dicendo) e si conclude il tutto salvando i settaggi inseriti durante la lavorazione. Al termine delle operazioni, ovviamente, i font creati (con tanto di nome ufficiale) saranno utilizzabili dall’utente per i fini che ritiene più opportuni, dalla stesura di testi per scopi personali o in ottica lavorativa. Vediamo ora quali sono i siti, le app e i software che consentono di raggiungere gli obiettivi sinora descritti.

Guida pratica alle varie metodologie di strutturazione dei font: i siti online

Scopriamo come si struttura un font iniziando dai siti online. Sono diversi i portali che ospitano pannelli di navigazione e strumenti di lavoro per concepire il proprio font in maniera del tutto personalizzata, portali che, nella stragrande maggioranza dei casi, si presentano del tutto gratuiti e facilmente accessibili anche per gli utenti meno pratici con il mondo digitale.

Un esempio è dato da Glyphr, un sito completamente free che, tra le altre cose, garantisce la possibilità di ridimensionare singole porzioni di carattere, stiracchiarli, trascinarli, restringerli e così via. Particolarmente pratico è Bit Font Maker 2, che permette di creare font gratuiti attraverso l’utilizzo di una scacchiera quadrata con tanto di pannelli di lavoro collocati in posizione sopraelevata rispetto alla stessa. I comandi di Bit Font Maker 2 sono estremamente semplici (rotazione degli assi del carattere, allargamento, restringimento ecc…), facilitando enormemente il lavoro degli utenti.

Altro sito di eccezionale utilità ai fini della creazione di font personalizzati è FontStruct, il quale, però, permette di lavorare all’interno dello stesso esclusivamente dietro registrazione (gratuita) con username, e-mail e password. Anche in questo caso ritroviamo matite e griglie, entrambi fondamentali per lavorare all’interno della scacchiera in maniera sempre ordinata e organizzata.

Le applicazioni e i software per la strutturazione di font personalizzati

Infine, veniamo alle applicazioni e ai software che permettono di lavorare su dispositivi portatili e su PC per concepire nuovi font personalizzati. Un esempio perfetto di applicazione per dispositivi Android è Fonty. L’app in questione, installabile su qualsiasi smartphone o tablet che supporti il sistema operativo prodotto da Google, dà la possibilità sia di creare font da zero, sia di modificare quelli preesistenti contenuti all’interno dell’app stessa. In questo caso sono il pennello e la gomma gli strumenti cardine per lavorare i font nel dettaglio, creando forme e linee a piacere e con finalità artistiche.

Per quanto riguarda i software per PC il punto di riferimento è Adobe Illustrator, funzionante sia su Windows che su MacOS e in grado di creare font personalizzati (a patto che si scarichi a parte il plugin Fontself). Tra livelli (a destra) e barre degli strumenti (a sinistra), Adobe Illustrator si conferma anno dopo anno uno dei migliori software in assoluto di elaborazione grafica.