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Come fare

Come realizzare un Block Notes con Spirale

2 Aprile 2020
Block Notes a Spirale | Blu Calamaio

Un block notes con spirale può essere uno strumento ideale per fare promozione dei prodotti presso il cliente.

Con un block notes con spirale, infatti, il cliente ha sempre sotto mano un supporto per gli appunti e ogni volta che lo utilizzerà il suo ricordo correrà alla tua azienda, grazie al logo e agli altri elementi di comunicazione che hai aggiunto.
È importante, allora, strutturare bene la sua forma e altri elementi come la copertina, i fogli, etc. per sfruttare al massimo l’effetto pubblicità. Eccoti qualche consiglio su come realizzare un block notes con spirale efficace.

L’importanza di un block notes come strumento di comunicazione

Come già detto, il block notes è un importante elemento di comunicazione, un gadget basic ma di grande impatto che può essere regalato ai propri clienti in qualsiasi occasione, dal Natale all’evento aziendale, senza dimenticare di portarlo in dono durante ogni visita commerciale. Ovviamente per raggiungere i risultati migliori deve essere organizzato in modo tale che ogni particolare sia funzionale all’obiettivo di comunicazione e di promozione.

Come? Attraverso alcuni piccoli ma efficaci dettagli. Ad esempio nella copertina dovrà essere inserito il logo e, in una versione più piccola, lo stesso dovrà essere riportato su ogni pagina, per amplificare gli effetti comunicativi. La pagina finale, quella in cartone più spesso, può essere sfruttata per inserire tutti i recapiti dell’azienda, magari accompagnati da una piccola call to action per spingere i clienti a stabilire una prima connessione. Le tonalità da scegliere per copertine e fogli, infine, dovranno essere in linea con i colori della tua azienda.

La scelta degli elementi giusti

Quando devi progettare un block notes devi prestare molta attenzione ai dettagli. Si tratta, infatti, di un prodotto di cartoleria molto semplice ma che, se realizzato nel modo giusto, può offrire molte funzionalità diverse. Ad esempio la scelta del numero dei fogli, la tipologia di carta ma anche la presenza del cartoncino rigido a fine blocco, che aiuta a proteggere i figli e agevola la scrittura, sono tutti elementi che trasmettono a chi utilizza il block notes una sensazione di cura e di attenzione.
La scelta dei fogli con i buchi da inserire nella spirale, poi, consente di poter archiviare i fogli degli appunti, così da ritrovarli con facilità quando dovessero ritornare utili nel tempo. Devi prestare soprattutto attenzione ad alcuni elementi come il numero dei fogli, il tipo di carta, il formato, etc. Ecco più nel dettaglio tutti i particolari.

– Formato del block notes
Uno degli elementi più importanti quando si realizza un block notes con spirale è quello di scegliere il formato più giusto fra quelli a disposizione che sono sostanzialmente l’A4, l’A5 e l’A6. La scelta che farai deve essere guidata da un’attenta analisi della tua clientela tipo.
Se, ad esempio, lavori prevalentemente con architetti e ingegneri, allora meglio preferire un formato A4 perché così darai a tutti la possibilità non solo di prendere appunti ma anche di fare schizzi, schemi e ogni altro disegno possa servire per agevolare il proprio lavoro.
Se, invece, la tua clientela è composta prevalentemente da commercialisti, impiegati di azienda e giornalisti, sicuramente la tua scelta dovrà ricadere su formati più piccoli che possono essere più comodi e maneggevoli, da portare sempre con sè in qualsiasi occasione.
Un formato intermedio potrebbe essere una scelta passe-partout che accontenta tutti ma in realtà potrebbe rivelarsi anche un’arma a doppio taglio, quindi sempre meglio analizzare con attenzione le esigenze del tuo cliente.

– Numero di fogli
Anche quella del numero dei fogli è una decisione importante da prendere perché consente di comunicare ai propri clienti una certo messaggio. Ovviamente il primo elemento da prendere in considerazione è quello del budget che si ha a disposizione perché in base al numero dei fogli cambia il costo di ogni pezzo. Di solito si si scelgono formati da 10, 25 ma anche 50 fogli ma rivolgendoti alla tipografia giusta potrai anche avere formati personalizzati in base alle tue esigenze specifiche.
Più numerosi sono i fogli e più a lungo il block notes resterà sulla scrivania dei tuoi clienti per ricordare loro non solo la tua azienda ma anche i servizi che offri e tutto quello che vorrai evidenziare e comunicare attraverso le copertine del blocco per gli appunti.

– Tipo di carta
Il tipo di carta del block notes nonché il layout interno delle pagine sono due elementi molto importanti che ti permetteranno di conquistare la tua clientela. Di tipi di carta ne esistono davvero tantissimi, da quella semplice a quella patinata senza dimenticare lo spessore che può variare da tipologia a tipologia.
Una scelta sempre molto apprezzata è quella di ricorrere alla carta riciclata, un chiaro segnale di attenzione all’ambiente che comunichi in modo forte ai tuoi clienti. Una volta deciso il tipo di carta, è il momento del layout. Quelli più classici prevedono figli a righe, a quadretti oppure completamente bianchi.
Una soluzione alternativa, però, può essere quella dei foglietti a puntini, ottimi per chi è abituato a lavorare secondo liste di attività secondo la teoria del Bullet Journal. Infine è possibile ricorrere a layout più particolari con blocchi per le attività oppure riquadri dedicati agli appunti sulle telefonate, etc.

Come comporre la copertina del block notes

L’ultimo elemento al quale devi prestare attenzione è quello della copertina, forse quello più importante perché è quello che ha il maggior impatto visivo, sempre sotto l’occhio del cliente. In realtà non c’è limite alla creatività che può essere utilizzata per progettare la copertina del proprio blocco per gli appunti. Alcuni elementi non possono mancare come il nome dell’azienda, il logo e i recapiti dell’azienda ma si può arricchire il progetto con una frase spiritosa, un motto, una frase ad effetto, l’elenco dei principali servizi offerti, etc.
La scelta deve ovviamente essere guidata dal tipo di clientela al quale il gadget si rivolge ma anche alla mission e alla vision della tua impresa. In ogni caso è opportuno rivolgersi a professionisti della stampa per avere una qualità di grafica altissima e sempre accattivante.

Scopri i block notes con spirale di Stampa Dal Web!

Carte

Le Carte Patinate e le Carte Uso mano nei Progetti Grafici

11 Marzo 2020
Carte Patinate e Carte Usomano | Blu Calamaio

Tra le tante tipologie di carte a cui è possibile rivolgere le proprie attenzioni vediamo due tipologie principali: le carte patinate e quelle uso mano

Quando si cerca di scegliere la carta giusta per il proprio progetto grafico sopraggiungono spesso numerosi problemi e difficoltà. Le tipologie di carte, in effetti, sono davvero tantissime e non si sa proprio che tipo di carta scegliere tra le molte presenti sul mercato.
In effetti, scegliere la giusta carta rappresenta sicuramente la chiave per realizzare un ottimo progetto grafico creando quindi un una perfetta locandina, una brochure o qualsiasi altra cosa.

Carte patinate nei progetti grafici? Ecco perché usarle

Chiariamo subito: ci sono due tipologie di carte patinate create appositamente per realizzare i progetti grafici, ovvero le patinate opache e quelle lucide.
La carta patinata opaca viene ottenuta da un gran ventaglio di fibre riciclate di alta qualità. Come puoi ben intuire, la qualità delle fibre da cui viene ottenuta questa tipologia di carta è direttamente responsabile anche della qualità della carta stessa.

In alternativa tale carta può essere ottenuta anche dalla pasta di legno e in genere è tra le carte maggiormente impiegate per un uso prettamente professionale. Tale carta patinata esternamente dà la possibilità di avvalersi di alcune ottimali caratteristiche relative alla resa dei colori oppure alla luminosità.
In genere si può trovare questo tipo di prodotto in varie grammature che spaziano da 90 grammi fino a 350 grammi. Si tratta di una delle carte più indicate in assoluto per tutto ciò che riguarda lo svolgimento dei vari progetti grafici proprio per via della resa dei colori fornita.

E per quanto riguarda la carta patinata lucida? In questo caso le caratteristiche sono molto simili alla carta patinata opaca, con una sola differenza che, come si può ben capire, riguarda la tipologia di patinatura. Quest’ultima è più trasparente oltre che sottile e quindi meno coprente. Dal canto suo questo conferisce alla carta una resa di colori leggermente minore, ma permette comunque di creare degli ottimi progetti grafici.

Entrambe le carte sono comunque quasi uguali per tutto ciò che riguarda i formati e la grammatura. Per questo spesso vengono usate in sostituzione l’una dell’altra oppure vengono addirittura combinate.
A tutto questo si aggiunge anche un’altra tipologia di carta patinata. Parliamo di patinata satinata, che include un lato liscio mentre l’altro è ruvido.

Considera che per realizzare i pieghevoli, le copertine di periodici e gli opuscoli potrai affidarti a un’aumentata resistenza di una carta patinata preferibilmente lucida dalla grammatura compresa tra i 170 g e i 300 g.

La carta usomano nei progetti grafici

Parlando delle varie carte non ci si può dimenticare di tutto ciò che concerne le carte usomano. Queste vengono spesso usate per tutto ciò che riguarda le stampe editoriali e vengono apprezzate soprattutto per via della loro porosità.

Prendendo una carta di questo genere tra i polpastrelli delle dita potrai facilmente percepire quei pori presenti sulla superficie della carta. Proprio grazie alla presenza di questi pori la carta usomano riesce ad assorbire bene anche tantissimo inchiostro ed è per questo che essa viene considerata come molto versatile, il che la rende anche perfetta per creare progetti legati ai libri, ai manuali d’istruzioni e così via.

Le carte con una grammatura maggiore sono ideali per i vari file fotografici, ma anche per tutto ciò che riguarda la possibile stampa di progetti grafici come i depliant e le brochure. Sappi che se scegliessi una carta con una grammatura maggiore i colori che riuscirai a ottenere saranno più vividi e brillanti, i contorni delle immagini che vi posizionerai saranno maggiormente definiti e potrai anche accentuare maggiormente tutti i dettagli.

Che tipo di carta scegliere?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda considerando che tutto dipende dall’uso che se ne farà. Per scegliere della buona carta per realizzare dei progetti grafici bisogna conoscere i fattori come lo spessore, la grammatura, la resistenza e preferibilmente anche le varie proprietà di tutti i tipici di carta tra cui bisogna eseguire la scelta.

Scegliere la carta in modo oculato e preciso ti darà la possibilità di creare un progetto grafico che sia in linea con le tue aspettative e anche con le tue esigenze in merito. Per un approccio ancora più professionale potresti procurarti uno specifico campionario da sfogliare.

Il resto verrà sicuramente con l’esperienza e potrai capire più velocemente che tipo di carta scegliere per un progetto in particolare scendendo nei dettagli specifici. Questo ricordandoti che non sempre la carta che costa di più è quella di qualità più alta. Considera che nella maggioranza dei casi dovrai scegliere la carta in relazione al lavoro che farai: ne deriva che il costo è l’ultimo fattore a cui devi prestare attenzione.

Per il resto, ricordati comunque che lavorando in questo ambito, con le varie tipologie di carte alla mano, potrai capire tu stesso perché vale la pena affidarti alle carte patinate per alcuni progetti e a quelle usomano per gli altri.

Advertising, Pubblicità, Stampa

Il packaging come strumento di vendita e brand awarness

12 Febbraio 2020
Packaging e Brand Awarness | Blu Calamaio

La progettazione del packaging è un momento fondamentale per marketing e comunicazione.

Nella vendita di un prodotto tutto ha inizio a partire dalla scelta del packaging. Non si tratta di un elemento secondario, bensì di una parte importantissima che caratterizza un prodotto e lo distingue da altri.
Per certi versi potrebbe sembrare una cosa scontata e per altri, potrebbe apparire come qualcosa di poco influente.
In realtà non è affatto così.

La progettazione del packaging è un momento fondamentale, che si colloca alla base dei principi del marketing e della comunicazione.
Esso infatti funge da presentazione per ciò che è contenuto internamente, e come tale, per destare interesse e curiosità nel compratore deve possedere alcuni fondamentali requisiti.
Inoltre, tale passaggio oltre ad essere importante ai fini della vendita, serve anche ad incrementare la diffusione e la conoscenza del marchio. Il richiamo è a  quel fenomeno meglio conosciuto con un termine inglese, ovvero brand awarness, che in italiano viene letteralmente tradotto come consapevolezza del marchio.
Il raggiungimento di tali risultati gli permettono di distinguersi dalla concorrenza che commercializza gli stessi tipi di prodotti, inducendo i consumatori ad una scelta consapevole del prodotto che desideriamo vendere.

Quando nasce il concetto di packaging?

Il concetto di packaging risale a moltissimi anni fa.
Il primo prodotto ad essere imballato fu un sapone, grazie ad un’iniziativa da parte di un americano, Benjamin Babbit.
Prima di allora, esso veniva venduto a peso, ma da quel momento in poi, venne confezionato e suddiviso in singoli panetti, ognuno con una sua confezione, e destinati alla vendita.
Da un semplice imballaggio, l’involucro subì varie modifiche, fino a trasformarsi in qualcosa di caratteristico e specifico per quel determinato prodotto, che non apparteneva a nessun altro.
Oltre ad avere la funzione di proteggere quello che si trova al suo interno, il packaging serve anche ad informare l’acquirente in merito alle sue caratteristiche, all’azienda che lo produce o al modo in cui è stato realizzato, e molto altro ancora.

Con il passare degli anni e con l’incremento delle tecnologie di stampa, dei materiali, con l’evoluzione della scrittura e dei linguaggi, il packaging ha visto incrementare notevolmente la sua importanza.
A partire dall’Ottocento, è stato dato sempre più spazio al significato della tecnica del confezionamento, accompagnata dalla scelta delle immagini e dei messaggi giusti che si vogliono intenzionalmente veicolare.
Fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui queste pratiche sono state perfezionate sempre di più, includendo anche nuove metodologie e nuove strategie ad hoc.

Al giorno d’oggi, in un mondo in cui si pone sempre più attenzione al tema dell’inquinamento ecologico, molte aziende hanno deciso di organizzarsi e di aderire a diverse iniziative volte a modificare il loro sistema di packaging. Moltissimi stanno puntando sulla scelta di materiali che riducano quanto più possibile l’impatto ambientale.
A tal proposito si sono largamente diffusi gli imballaggi di carta e cartoncino riciclati, andando a sostituire quelli realizzati in plastica che risultano dannosi al pianeta.
Molti acquirenti sensibili a questo tema, ripongono la loro attenzione anche sulla scelta di questi piccoli dettagli, che però, fanno un’enorme differenza.

Come scegliere un packaging efficace?

Un packaging viene definito efficace quando riesce a catturare sin da subito l’attenzione del cliente, inducendolo ad acquistare quel prodotto senza esitazioni.
Per fare in modo che questo avvenga, è fondamentale che rispetti determinate caratteristiche.

Innanzitutto, esso deve servire per proteggere e preservare ciò che si trova internamente da eventuali danni, che potrebbero verificarsi durante il trasporto o in condizioni di conservazione non idonee, che potrebbero comprometterne la qualità, al momento in cui arrivano a destinazione.
Esso deve poi fungere da biglietto da visita del prodotto.
Deve fornire informazioni che riguardano, ad esempio, gli ingredienti utilizzati, le modalità di utilizzo e di riciclo, la data e il luogo di produzione e tutto ciò che potrebbe rivelarsi utile ai fini di una maggiore conoscenza dell’alimento o bevanda in questione.
Dopo aver adeguatamente rispettato questi primi due passaggi, è possibile proseguire, passando all’aspetto propagandistico.

Non dimentichiamo che il packaging è prima di tutto uno strumento essenziale di comunicazione. Come tale, deve mandare un messaggio chiaro e preciso che spinga la persona ad acquistare questo prodotto e non un altro.

Quindi, l’altro fondamentale passaggio si basa sull’originalità e sulla riconoscibilità di quel prodtto, che riguarda la scelta dei colori e delle immagini, della forma della confezione, la posizione delle scritte.
Tutti questi dettagli devono appartenere ad uno specifico brand e non devono essere simili a nessun altro presente in commercio.

Come incrementare la brand awareness?

Il principale obiettivo del marketing è l’aumento della brand awarness, che, come già accennato in precedenza fa riferimento al grado di conoscenza di un determinato marchio. Quindi, contribuisce ad un maggiore incremento delle vendite, perché spinge consapevolmente gli acquirenti ad indirizzarsi sulla scelta di un prodotto già testato, piuttosto che spingersi su qualcosa di incerto e non conosciuto.

Nel caso di grandi aziende, presenti da anni sul mercato, infatti, i consumatori sono in grado di riconoscere un brand anche solamente dal colore e dal logo, così come anche dalla forma della confezione.

Per questo motivo, è fondamentale incrementare la brand awarness. Questo può avvenire anche grazie alla diffusione di spot pubblicitari in televisione, sui social, nei cartelloni pubblicitari o tramite la diffusione di volantini.
In questo senso, assumono una notevole rilevanza anche gli sponsor, che sono presenti ad eventi sportivi, così come nell’era moderna, hanno un notevole impatto anche le influencer che lavorano sui social network, promuovendo la vendita di alcuni prodotti, arrivando in particolar modo ai giovani.

Concludendo, possiamo affermare che la scelta del packaging riveste un ruolo fondamentale all’interno delle strategie di marketing, che può davvero fare la differenza, se curato nel modo giusto per promuovere le vendite, catturando l’attenzione del consumatore.

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Come fare, Stampa

Personalizzare le Tovagliette di Carta per Ristorazione

31 Gennaio 2020
Tovagliette di Carta | Blu Calamaio

Le Tovagliette di Carta: la scelta dei supporti di stampa a disposizione

Cosa sono le tovaglia di carta personalizzabili e come utilizzarle

Nel campo della ristorazione l’attenzione ai minimi particolari può fare la differenza. Ogni accessorio utilizzato è anche uno strumento di comunicazione con i clienti.
Le tovagliette di carta rientrano tra questi: personalizzando le tovagliette, si è in grado di avere uno strumento di comunicazione, originale, innovativo e potente; inoltre, le tovagliette sono sempre sotto gli occhi dei clienti.
Personalizzare le tovagliette di carta per la ristorazione può permetterti di avere un’arma vincente in più per promuovere il tuo locale. Grazie a questo strumento potrai facilmente comunicare ai tuoi clienti i prodotti e i servizi che offri, o più semplicemente, pubblicizzare il tuo brand.

Le tovagliette di carta per la ristorazione si sposano perfettamente per qualsiasi tipo di locale: ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, pub, b&b, hotel, mense, eventi gastronomici, yougurterie, gelaterie, enoteche, agriturismi e molti altri ancora.
Le tovagliette di carta personalizzabili si configurano quindi come un efficace strumento di marketing per la tua impresa: personalizzare una tovaglietta di carta non è una spesa eccessiva dal punto di vista economico, e questa scelta ti darà la possibilità di affermare e consolidare l’identità del tuo brand.

Possono anche essere utilizzate per sponsorizzare attività future all’interno del tuo locale, così da far conosce ai clienti le possibili offerte o eventi che si terranno; utilizzabili anche per fare pubblicità di singoli prodotti mirati, oppure come intrattenimento per i clienti, attraverso immagini divertenti, notizie culturali o piccoli passatempo e rompicapo. Le idee sono davvero molte, del resto puoi scegliere di applicare qualsiasi immagine sulla tovaglietta di carta, e personalizzarla in qualsiasi modo.

Quale carta scegliere per le tovagliette di carta?

Le tovagliette di carta personalizzabili si possono realizzare su diversi supporti di carta, ognuno di questi è in grado di regalare una caratteristica diversa al risultato finale. La scelta della carta per la realizzazione delle tovagliette per ristorazione è soggettiva: bisogna capire cosa si vuole comunicare e in quale modo, solo così si può sceglie il supporto di carta esatto per il progetto da realizzare.
Le stampe personalizzate vengono realizzate in larga parte su quattro tipi di supporti di carta:

  • usumano;
  • riciclabile;
  • carta paglia;
  • uso alimentare.

Questi supporti di carta si possono impiegare come sottopiatto per i commensali, riuscendo ad esercitare una duplice finalità.
Con questi strumenti, a prescindere dalla carta che sceglierai, riuscirai a garantire più eleganza e raffinatezza al tuo locale, dando quel tocco in più di originalità

La carta usumano per le tovagliette personalizzate

Le tovagliette di carta stampate su carta usomano sono una delle soluzioni migliori per i ristoratori, poiché una delle più economiche ma che regala un ottimo rapporto qualità/prezzo.
La carta usumano è il supporto più utilizzato per la stampa su carta; spesso si pensa che ciò dipenda solo dal motivo economico, ovvero i prezzi più modici di questo supporto, in realtà il risparmio non è l’unico motivo per cui viene scelta così tanto. La carta usumano, infatti ha il vantaggio di supportare bene i testi. Se si sceglie di inserire poche immagini all’interno della tovaglietta la carta usumano (anche detta normale), può essere quella ideale per la realizzazione del prodotto.
In generale la carta usumano si trova con grammature che vanno dagli 80gr ai 120gr (le più utilizzate).

La carta riciclabile: perché sceglierla

Le tovagliette realizzate con carta riciclabile sono prima di tutte rispettose verso l’ambiente. Il processo di riciclo della carta permette di abbattere i rischi di aumento della deforestazione e di ridurre il carico di lavoro delle discariche.
La carta riciclabile è un prodotto che sta sempre più migliorando negli anni in termini di qualità, comparandosi quasi perfettamente con la carta usomano “normale” su ogni aspetto.
Attraverso una tovaglietta personalizzata con carta riciclabile, riuscirai a comunicare al commensale, non solo ciò che stamperai e pubblicizzerà, ma anche che il tuo locale lavora per essere il più possibile eco-friendly, e tiene agli aspetti legati all’ambiente.

Carta paglia e carta ad uso alimentare per le tovagliette personalizzabili

Sono tante le tipologie di carta ad uso alimentare su cui su può stampare e personalizzare la propria tovaglietta per la ristorazione.
Questi tipi di supporti hanno molti vantaggi:

  • supportano meglio le temperature;
  • non si bagnano facilmente con i liquidi con oli;
  • la stampa su questi supporti è di qualità;
  • si sposano perfettamente per un uso alimentare.

Per realizzare la tua tovaglietta con carta paglia e carta ad uso alimentare, la spesa sarà leggermente più alta rispetto alla carta usumano e quella riciclabile, ma ne guadagnerai in qualità e resa del prodotto. Infatti, la carta paglia è una tipologia particolare di carta destinata all’uso alimentare: da un lato è rivestita da un sottile strato di polietilene, materiale ottimo per entrare in contatto con i cibi.

In conclusione, abbiamo visto come un oggetto banale come la tovaglietta di carta personalizzata assume un nuovo ruolo: non solo quello pratico ed igienico ma anche strumento di comunicazione e marketing verso il cliente.

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Grafica, Ispirazioni

I 10 migliori Graphic Designer da cui trarre ispirazione

5 Dicembre 2019
10 Migliori Graphic Designer

I 10 migliori Graphic Designer da cui trarre ispirazione

Chi sceglie di fare il graphic designer o chi ha già scelto da tempo, sa che il mondo dei progetti e dei disegni può portare in una dimensione molto ampia, talmente ampia da farti rientrare tra i migliori da cui trarre ispirazione.
Proprio così, se stai per intraprendere questa attività sappi che ci sono in giro per il mondo dei graphic designer che hanno fatto innamorare tutti e che vale la pena seguire. Ecco qui qualche curiosità e non di coloro che sono riusciti a guadagnarsi la top ten dei migliori, un orgoglio che con il giusto spirito e voglia, in futuro potresti farne parte anche tu.

Chip Kidd
La stravaganza di Chipp Kidd

La bellissima copertina di Jurassic Park è opera del più eclettico e stravagante graphic designer, Chipp Kidd. Le sue idee sono da sempre considerate fuori dagli schemi e tutto ciò che disegna prende forma e vita. Foto, oggetti, caratteri e tanto altro sono frutto del suo essere genio. Un designer che ha sempre fatto rumore stupendo il pubblico che ormai lo segue da tempo infatti, anche il suo sito ogni giorno riceve numerose visualizzazioni.

Alex Trochut
Alex Trochut e la passione per i colori

Oreo, Nike, Pepsi, FootLocker, sai chi ha curato la grafica di alcuni prodotti di queste grandi firme? No? Si chiama Alex Trochut, trentottenne spagnolo con la passione per i colori, quelli forti, psichedelici che colpiscono ma non fanno male anzi piacciono talmente tanto che lo stile di Alex spesso si trasforma da bidimensionale a tridimensionale in cui riesce a creare un miscuglio perfetto tra artigianalità, tecnologia e modernità. Una grafica innovativa che l’ha portato ad essere tra i migliori.

Taku Satoh
Il minimalismo di Taku Satoh

Anche il Giappone ha il suo graphic designer d’eccezione. Si tratta di Taku Satoh, un minimalista eccezionale che ama disegnare in spazi ridotti creando dei piccoli capolavori. L’obiettivo di Taku è quello di mostrare poco ma che faccia grande effetto e a quanto sembra ci è riuscito benissimo. Dal 2000 è il genio delle campagne pubblicitarie della grande stilista Issey Miyake ma le sue collaborazioni sono molto più ampie.

Stephan Sagmeister
Stephan Sagmeister: il graphic designer degli artisti internazionali

Stephan Sagmeister è il graphic designer austriaco che da tempo ormai è stato adottato da New York. Il suo nome nella Grande Mela è abbastanza conosciuto in quanto spicca come un vero e proprio artista. Le sue genialate bizzarre in disegno sono da sempre la sua voglia di andare oltre confine, un po’ fuori dalle righe. Molti artisti internazionali come Lou Reed e Aerosmith lo scelgono per le loro copertine.

Debbie Millman
Debbie Millman, la disegnatrice di pensieri e parole

Graphic deisgner donne ce ne sono? Certo che ci sono e sono pure molto in gamba come la bravissima Debbie Millman che non è solo una graphic designer ma è anche una divulgatrice di pensieri e parole. Il suo disegno e grafica sono da sempre un’imperdibile spunto di riflessione in cui grande aziende hanno sempre riposto la fiducia nelle sue opere e nella sua pazzesca maestria.

Zuzana Licko
Zuzana Licko e il suo portfolio pregiato

Altra donna addirittura definita un mito è Zuzana Licko, cofondatrice dello studio più innovativo di grafica di tutto il mondo, Emigre, che grazie a lei si è guadagnato un portfolio di grande pregio. Zuzana ha sempre creato font con canoni letteralmente diversi dai soliti già presenti ed ha saputo inventarsi creando dei veri capolavori che l’hanno portata ad essere tra le donne più influenti del mondo della grafica.

Susan Kare
Susan Kare, esposta al Moma di New York

Il suo primo ingaggio fu con la Apple, ma Susan Kare, nel 1983, anno in cui si fece conoscere nel mondo della grafica, progettò dei font a cui ad ognuno diede il nome delle stazioni di Philadelphia con l’inconvneiente che il suo attuale datore di lavoro che a quel tempo era Steve Jobb decise di cambiare i nomi che lei aveva assegnato. Per vedere tutte le sue opere più belle ti devi recare al MOMA di New York.

April Greiman
April Greiman, la graphic designer senza limitazioni

April Greinman è stata la prima graphic designer a fare uso di programmi Macintosh per far emergere le sue creazioni. La sua bravura e schiettezza nell’essere sempre stata una convinta conoscitrice della comunicazione, della moda e dell’architettura le ha permesso di crearsi uno stile tutto suo che abbraccia tutte le aree del mondo, evitando limitazioni.

Jonathan Ive
Jonathan Ive e la rivoluzione della Apple

Tra i più grandi graphic designer industriali al mondo spicca Jonathan Ive, l’uomo che ha rivoluzionato in parte la Apple. E’ stato proprio lui che ha dato altra vita al computer consentendogli di essere più bello esteticamente e più funzionale. Il suo motto è sempre stato che dai disegni di grafica possono venir fuori dei veri oggetti d’arredo e lui ci è riuscito benissimo.

Saul Bass
Saul Bass e la passione per i titoli di coda

E infine, ma non meno importante degli altri sopraelencati c’è Saul Bass purtroppo defunto nel 1966 ma sarà sempre ricordato per il graphic designer che ha dato nuova vita ai titoli di coda di molti film molto famosi conferendogli una nuova veste e avvicinando molti curiosi a leggerli finalmente. Nonostante lui non ci sia più sono ancora molti i film che omaggiano lo stile grafico di Saul Bass.

Stampa, Stampa Digitale

Cos’è e come funziona la Stampa Digitale

4 Ottobre 2019
Cos'è la Stampa Digitale

Cos’è e come funziona la Stampa Digitale

Le recenti innovazioni tecnologiche hanno causato profondi cambiamenti anche nel campo della stampa.

Secondo l’Intergraf, l’organo europeo che rappresenta l’industria tipografica e la stampa, tra il 2005 e il 2015 il numero di tipografie si è ridotto del 14%, soprattutto a causa della grande crescita della cosiddetta stampa digitale, una nuova tecnologia che prevede l’utilizzo di strumenti elettronici per l’invio e la stampa dei file. Addio, quindi, a lastre e matrici, con un significativo vantaggio di tempo e un consistente abbattimento dei costi. La stampa digitale può essere applicata a diverse situazioni, ma ha fatto breccia soprattutto tra chi ha necessità di stampare basse tirature.

Questo è l’aspetto principale che ha fatto della stampa digitale la nuova frontiera, perché si può anche stampare soltanto una copia oppure apporre intestazioni personalizzate sulle singole pagine. La stampa digitale viene quindi spesso preferita da quelle realtà che ad esempio stampano numeri zero di riviste o periodici.

Come funziona la stampa digitale

Tra le macchine per stampare in digitale, le getto a inchiostro sono quelle più utilizzate. Il loro funzionamento prevede la presenza di una testina che rilascia l’inchiostro liquido sul supporto da stampare, dopo che questo è stato prelevato da serbatoi montati all’interno della stampante. Sono diversi i modelli di stampanti a getto di inchiostro in commercio: le due principali sono quella da tavolo, adatta a formati standard come l’A3 o l’A4, e il plotter, destinato alla stampa in maxi formato.

Il plotter normalmente può supportare rulli fino a 1300 mm, grazie ai quali è possibile realizzare lavori di una certa importanza e grandezza. Per esempio, i cartelli pubblicitari utilizzati per coprire i palazzi durante i lavori di ristrutturazione o i cartelloni per stadi e gli adesivi da attaccare agli autoveicoli.

Un tipo particolare di stampa digitale, è la stampa digitale diretta, una tecnologia simile alla serigrafia che viene utilizzata principalmente per stampare immagini con resa fotografica ad alta definizione. È indicata per tutti quei progetti che prevedono la presenza di immagini complesse e ricche di colori e sfumature, con la peculiarità di lasciare morbido il tessuto su cui l’immagine viene impressa.

Diverso discorso, invece, per la stampa digitale in sublimazione che serve, per esempio, alla personalizzazione delle magliette. In questo caso, l’inchiostro sublimatico viene trasferito su un’apposita carta che lo imprime sul tessuto tramite una pressa o una calandra. Così facendo, l’inchiostro si trasforma in gas, unendosi in maniera stabile alla superficie del tessuto utilizzato.

I vantaggi della stampa digitale

Rispetto alla “vecchia” stampa tipografica, quella digitale offre diversi vantaggi, a partire dall’alta qualità e definizione della stampa stessa. Il processo è più veloce e diretto, visto che il cliente può subito monitorarne, anche online, il risultato e avere le prime copie disponibili.

Inoltre, si possono usare vari tipi di materiali: carta o cartoncini, nonché materiali tessili e di plastica. Naturale conseguenza di tutto ciò è l’abbattimento dei costi, per cui è possibile chiedere anche la stampa, per esempio, di poche copie di libri senza spendere cifre alte. Perfino i costi di gestione delle macchine sono inferiori, visto che gli inchiostri per la stampa digitale costano meno e offrono colori più lucidi e brillanti e sfumature praticamente infinite.

Tra questi, ci sono anche gli inchiostri ecosolventi, ideali per chi vuole stampare su PVC adesivo, tele o striscioni. Infine, è possibile la cosiddetta “stampa del dato variabile“, vale a dire stampare un nome diverso su un certo numero di copie di un biglietto da visita. La stampa digitale sta rivoluzionando l’industria e, a oggi, stando ai dati pubblicati sul sito www.sitographics.it, il numero delle pagine stampate in digitale ha superato il 50%.

Da questo punto di vista, è stato il cosiddetto “print on demand” a dare una spinta decisiva all’applicazione del digitale. Grazie a questa tecnologia, l’editoria in particolare è stata rivoluzionata, perché chiunque può caricare un proprio file (testo o immagine che sia) su una piattaforma e vederlo in breve tempo stampato sul proprio supporto preferito.

Quando stampare in digitale

Nonostante i tanti vantaggi offerti dalla stampa digitale, non sempre è preferibile rispetto alla stampa offset. Questa, infatti, si è comunque evoluta di pari passo, sfruttando talvolta anche le stesse tecnologie digitali. Basti pensare che se fino a pochi anni fa, una lastra di stampa si sostituiva in sei minuti, adesso bastano novanta secondi.

In alcuni casi, quindi, è ancora consigliabile affidarsi alla stampa offset, soprattutto quando si devono stampare grandi tirature oppure si ha bisogno di stampare su un supporto di grande formato in cui accorpare diversi prodotti.

La stampa digitale, invece, è preferibile quando si vogliono stampare poster, dépliant, volantini e prodotti pubblicitari in genere, nonché qualsiasi prodotto di marketing, dal catalogo di gadget fino agli adesivi o ai biglietti da visita. Essendo un tipo di stampa immediato, è, altresì, consigliato quando si hanno tempi stretti e, magari, un budget limitato, visto che è sufficiente inviare il proprio file allo stampatore e attendere una prima prova di stampa.

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Come scegliere la Carta giusta per un Progetto Grafico

30 Settembre 2019
Come scegliere la carta giusta - Blu Calamaio

Come scegliere la Carta giusta per un Progetto Grafico

La scelta di una giusta carta è la chiave del successo di un qualsiasi progetto grafico ed è determinante per l’ottima resa di una brochure, una locandina, un libro, un semplice biglietto da visita o anche un manuale d’istruzioni.

Spesso tale supporto viene erroneamente sottovalutato, mentre, in realtà svolge compiti di grande importanza: suscita sensazioni al tatto, cattura l’attenzione del lettore nonché migliora l’estetica del prodotto.

Prima di stampare il tuo lavoro, però, devi avere ben chiare le caratteristiche fisiche di ciascuna tipologia di carta. Devi scegliere pertanto la più adatta alle tue esigenze di grafica al fine di ottenere un risultato quanto più vicino alle tue aspettative.

La carta per un progetto grafico: i fattori da considerare

Il mercato ti offre svariate tipologie di carta per il graphic design. Il giusto supporto costituisce un elemento chiave per il successo e per tale motivo la scelta non è tra le operazioni più semplici. In base al risultato che intendi ottenere, devi considerare alcuni fattori importanti come:

– la grammatura, ovvero il peso del foglio. Attenzione a non confonderla con lo spessore. Quest’ultimo, infatti, varia in base alla composizione della fibra, la lavorazione, l’umidità e la consistenza. Ciò significa che carte di uguale grammatura possono avere uno spessore diverso e risultare al tatto molto diverse tra loro.

Tendenzialmente, un foglio con maggiore grammatura ha anche più spessore, ma non è una regola fissa. Per creare un progetto di alto livello non puoi pertanto affidarti ad un supporto comune (altrimenti definito usomano), ma devi optare per carte di uso professionale. Per realizzare un biglietto da visita, ad esempio, dovrai scegliere un tipo di carta dalla grammatura uguale o superiore a 300 g.

Qualora desiderassi aumentarne la consistenza, puoi sempre accoppiarla in un secondo momento;

– la durata nel tempo. In genere, per stampare dei flyer puoi impiegare una carta leggera da 135 g. Tuttavia, se desideri che il tuo progetto duri anche nel tempo, opta per un supporto da 200 g (o superiore) ed eventualmente provvedi alla plastificazione del lavoro per conferire una maggiore resistenza (nonché un tocco di professionalità in più);

– l’effetto finale. Metti in chiaro fin da subito il messaggio che desideri lanciare attraverso il tuo progetto grafico. Ad esempio, per stampare inviti oppure partecipazioni raffinati e sofisticati utilizza una carta perlata. In alternativa, per ottenere un effetto naturale, impiega magari una tipologia riciclata.

Carta per progetti grafici: le varie tipologie e gli usi

Se desideri creare un progetto di alto livello e che sia anche vincente, devi necessariamente conoscere le caratteristiche dei vari tipi di carta e scegliere in maniera consapevole, in base alle tue esigenze di grafica e stampa. Eccoti le principali tipologie di supporto:

Carta normale, usomano e da editoria. Molto versatile, viene in genere utilizzata per le stampe editoriali. La sua porosità consente, infatti, di assorbire senza problemi tanto inchiostro. Pertanto, è ideale per libri, manuali d’istruzioni e similari.

Patinata opaca. Si ottiene da fibre riciclate o da pasta di legno ed è tra le carte più impiegate ad uso professionale per le stampe di alta qualità, digitali o offset. La patinatura esterna conferisce al supporto ottime caratteristiche di luminosità e resa dei colori. Puoi trovarla in grammature da 90 g fino a 350 g.

Patinata lucida. Dalle caratteristiche molto simili alla precedente per metodi di produzione, grammatura e formati, si distingue da quella opaca per la tipologia di patina applicata sulla superficie: più trasparente e sottile e pertanto meno coprente.

Per evitare l’antiestetico effetto di una stampa visibile anche sul retro del foglio è opportuno scegliere una grammatura maggiore. Questa tipologia di carta per graphic design è ideale per i file fotografici, ma anche per la stampa di brochure, volantini e dépliant. Le immagini ed i colori risultano più brillanti e vividi, i contorni sono più definiti, mentre i dettagli sono più accentuati. In genere, per riviste e volantini ti servirà una grammatura compresa tra i 100 ed i 150 g.

Invece per copertine di periodici, pieghevoli ed opuscoli affidati alla resistenza di una carta patinata lucida compresa tra i 170 ed i 300 g.

Patinata satinata. Questa tipologia di carta presenta un lato ruvido ed un altro liscio.

Goffrata. Questo particolare supporto ha impresso un disegno decorativo in rilievo. Lavorerai, quindi, con una tipologia di carta personalizzata ma al tempo stesso molto resistente.

Cartoncino gelatinato. È eccezionalmente vellutato al tatto, liscio e soprattutto di facile leggibilità. Utilizza questo tipo di carta se vuoi dare un effetto più naturale al tuo progetto grafico.

Carte riciclate. Questi supporti ti regalano svariati vantaggi sia da un punto di vista economico che ecologico, nel pieno rispetto dell’ambiente. Dall’eccellente opacità, le carte riciclate sono ottime per la stampa di file green a carattere editoriale e commerciale, brochure ed opuscoli.

Carte speciali. Questi supporti includono diverse categorie di cartoncini e carte, disponibili in diverse grammature, tonalità e colori. Puoi sceglierle per realizzare i tuoi progetti grafici ricercati, moderni e di design. Fanno parte di questo gruppo le carte perlescenti, metallizzate, gommate, adesive ed autocopianti.

Conclusioni

Conoscendo la grammatura, lo spessore, la resistenza e le proprietà dei vari tipi di carta, potrai ottenere degli ottimi risultati in linea con le tue esigenze e le tue aspettative. Ad ogni modo, ti consigliamo di procurare un campionario specifico, in modo da sfogliare e scegliere di volta in volta il supporto più adatto al tuo progetto grafico. Pratico e maneggevole, può rivelarsi un valido aiuto per le tue prime stampe. Potrai familiarizzare, in questo modo, con le varie tipologie di carta per non sbagliare.

Chiaramente, ti abbiamo fornito solamente una panoramica generale e le basi per una scelta consapevole dei vari supporti. L’universo che ruota attorno alla giusta carta per un progetto grafico è molto esteso.

Se sei ancora alle prime armi, puoi imparare a padroneggiare i vari supporti frequentando un corso di formazione di Grafica professionale, con frequenza in loco oppure online.

Stampa, Stampa Offset

Cos’è la Stampa Offset

30 Agosto 2019

Cos’è la Stampa Offset

La stampa offset è un metodo innovativo che ti permette ti dare forma ad una lunga serie di prodotti di alto livello. Scopri insieme a noi le caratteristiche di questo particolare metodo, capace di funzionare tramite una sequenza di movimenti ben precisi.

Che cos’è la stampa offset?

In linea di massima, la stampa offset corrisponde ad un processo di tipo indiretto che agisce mediante il movimento di una sequenza di rulli. In pratica, ciò che deve essere stampato non viene proiettato direttamente dalla cartuccia al foglio, ma passa attraverso questa sorta di mediazione tecnica. Inoltre, un supporto fatto in caucciù utilizza l’immagine che viene impregnata di inchiostro a bordo di una semplice matrice metallica.

L’intero processo viene azionato con lo stesso principio attuato per quanto riguarda la litografia, con la capacità di sfruttare la repulsione di alcuni tipi di inchiostri nei confronti dell’acqua. Una delle prerogative principali di questa modalità di stampa riguarda la sua capacità di mantenere un’ottima resa su diversi tipi di fogli, soprattutto quelli maggiormente ruvidi.

Quali sono le caratteristiche principali della stampa offset?

La stampa offset si contraddistingue perché ti garantisce vari elementi interessanti che la rendono pienamente funzionante e versatile. Ecco alcune delle caratteristiche principali che contraddistinguono questa modalità e fanno in modo che possano darti una grossa mano per numerosi processi.

  • Prima di tutto, va sottolineata la sua elevata resa cromatica, che ti permette di creare opere sorprendenti anche in condizioni complicate; un successo dovuto ad un alto grado di definizione.
  • I prodotti stampati hanno un costo notevolmente inferiore rispetto al solito; tutto ciò perché hai la chance di stampare tantissime copie con le stesse lastre senza che queste ultime subiscano alcuna usura.
  • Puoi così ottenere un risultato perfetto senza troppi sforzi, grazie ad un’azione continuata che non presenta alcuna interruzione.

Quali pezzi compongono una macchina da stampa offset?

Una macchina da stampa offset che riesca ad assolvere i propri compiti al meglio è costituita da una serie di componenti ben precisi. Scopri insieme a noi quali sono nelle righe seguenti.

  • Il mettifoglio o sbobinatore è un apparecchio automatico che ti permette di smistare i fogli dalla tavola di immissione fino al gruppo di stampa, con un ruolo fondamentale per l’opera finale.
  • Il calamaio corrisponde al classico inchiostro ed è ovviamente essenziale per eseguire ogni stampa.
  • I rulli trasportatori ti servono per collegare il calamaio alla lastra e favoriscono il trasporto del relativo inchiostro, con la conseguente macinazione.
  • Il cilindro porta lastra contiene quel supporto efficace che convoglia l’inchiostro verso la proiezione su carta.
  • I grafismi e i contrografismi corrispondono rispettivamente alla porzione da stampare e a quella da non stampare all’interno della forma finale di stampa.
  • I rulli bagnatori ti servono per fare in modo che la lastra diventi bagnata.
  • Il cilindro porta-caucciù ti permette di avere a tua disposizione una forma di stampa mai usurata.
  • Il cilindro di compressione ti mostra la pressione da esercitare a seconda della carta e del suo naturale spessore.
  • L’uscita favorisce il raccoglimento conclusivo dei fogli e il loro spostamento a bordo di un’apposita pedana.

Quali sono le tipologie principali di macchine da stampa offset?

Come puoi facilmente vedere, il procedimento che si nasconde dietro l’azione di una macchina da stampa offset è davvero molto elaborato, con diversi passaggi che dovresti tenere attentamente d’occhio. Tuttavia, sappi che questo dispositivo può essere disponibile in diverse tipologie, tutte però con un unico obiettivo, ossia quello di mantenere la qualità di stampa sempre molto elevata. Innanzitutto, tali macchine sono suddivise in due famiglie principali:

  • le macchine a foglio, che si contraddistinguono per una vantaggiosa flessibilità di gestione e per una stampa di assoluto rilievo, anche se la loro manutenzione ha un costo elevato;
  • le macchine a bobina, che garantiscono un’ottima produttività e costi di gestione più bassi, ma con una perdita sensibile dal punto di vista della qualità complessiva.

Oltre a queste due tipologie, ne puoi utilizzare altre due meno diffuse, ma comunque con i loro punti di forza ben messi in vista:

  • la macchina da stampa waterless è generalmente alimentata a foglio o a bobina e non necessita di alcuna bagnatura della forma;
  • la macchina dylitho ti serve per la stampa di periodici e quella commerciale e funziona mediante un principio diretto, senza la presenza di alcun rullo a fare da intermediario.

Come si svolge la stampa offset?

A questo punto, non ti resta altro da fare che scoprire come effettuare la stampa offset, effettuando una serie di interventi ben precisi. Eccoli di seguito:

  • prima di tutto, la macchina fa in modo che l’inchiostro penetri all’interno del calamaio;
  • dopodiché, il suo percorso prosegue nei rulli macinatori;
  • la lastra tocca i rulli bagnatori, che convogliano l’acqua nella lastra e la fanno bagnare in modo che i grafismi possano risultare perfettamente visibili;
  • il movimento della lastra continua con il suo arrivo presso i rulli inchiostratori;
  • le immagini vengono condotte sul cilindro in caucciù;
  • il rullo in caucciù inizia a ricevere l’inchiostro necessario, riuscendo ad isolare l’acqua;
  • l’acqua proietta la stampa direttamente sul foglio finale.

Tutte queste azioni avvengono tramite un procedimento automatico, che puoi azionare schiacciando un comodo e semplice pulsante. In questo modo, hai a tua disposizione tutti gli elementi utili al fine di realizzare una stampa offset di primissima categoria, con composizioni di alto livello in ogni condizione possibile.

Perché scegliere questo procedimento di stampa?

La risposta è da individuare soprattutto sulle quantità di copie da stampare. L’offset è molto competitiva sulle alte tirature, rispetto ad altre tecniche di stampa, perché riesce in poco tempo a riprodurre molti soggetti.

Altro aspetto fondamentale è la possibilità di ottimizzare al meglio il formato di stampa del documento e scegliere anche su diversi tipi di carta e/o grammature.

In pratica se devo stampare pochi pezzi è meglio ricorrere alla stampa digitale. Se invece i pezzi da riprodurre sono molti e la qualità che si vuole ottenere di un certo livello… senza dubbi la stampa offest è l’ideale!

In Stampa Dal Web abbiamo due macchine dedicate alla stampa offset, Komori e KBA, in grado di rispondere a tutte le esigenze dei nostri clienti: scopri le nostre tecnologie di stampa offset!

Come fare

Come fare una Brochure con Punto Metallico

2 Agosto 2019
Brochure Punto Metallico - Blu Calamaio

Come fare una Brochure con Punto Metallico

Al giorno d’oggi, il panorama relativo alle brochure e agli opuscoli in generale è abbastanza variegato. Se lavori nel settore della grafica, in un’agenzia di comunicazione o in una tipografia, devi conoscere tutte le tecniche principali al fine di garantire ai tuoi clienti le migliori soluzioni possibili. Per esempio, dovresti sapere come fare una brochure con punto metallico. Scopri insieme a noi in quali circostanze puoi affidarti ad un accorgimento di questo genere, in grado di darti la chance di realizzare stampe di primissima categoria con pochi e semplici tocchi di pura classe.

Che cos’è la rilegatura a punto metallico

Se hai intenzione di realizzare libretti e manuali di istruzione, o più semplicemente vuoi creare una brochure o un opuscolo capaci di rubare l’occhio ai potenziali clienti aziendali, puoi prendere in seria considerazione l’ipotesi di aggiungere una rilegatura a punto metallico. Si tratta di una tecnica perfetta per la realizzazione di materiali cartaceo a scopo tecnico o promozionale. Numerose aziende possono servirsi di un sistema di questo tipo per mettere in evidenza un prodotto o un servizio, o per presentare eventi di una certa rilevanza. Dagli opuscoli alle schede descrittive, passando per allegati di vario genere, se vuoi creare un catalogo con meno di 40 pagine e 80 facciate. Puoi riuscirci accumulando una sequenza formata da diversi fogli fronte e retro. Tale idea può piacere molto per la sua indiscutibile praticità, oltre che per una facilità di applicazione.

Gli accorgimenti da attuare per una brochure con punto metallico altamente professionale

Quali accorgimenti devi intraprendere per dare forma ad una brochure dotata di punto metallico? Di sicuro, non hai la necessità di doverti avventurare in situazioni complicate. È tutta una questione di posizionamento, con un’attenta cura dei dettagli per rendere l’intera composizione molto più professionale. Ti basta posizionare un singolo punto centrale nel caso di fogli di piccole dimensioni o due se tali misure risultano maggiormente ampie. Diverso è il discorso se hai intenzione di creare una brochure a più fogli. Devi applicare soltanto pochi e semplici accorgimenti per impreziosire ulteriormente la tua attività nell’ambito della tipografia e della grafica a tutti i livelli. Se la pubblicazione fosse costituita da una serie dalla quantità maggiore di fogli, fino a superare addirittura i quaranta, potresti attuare la legatura denominata brossura fresata. Ti consigliamo di tenere in massima considerazione un’ipotesi del genere, capace di garantire notevoli vantaggi per la produttività del tuo esercizio commerciale.

Quali sono le caratteristiche principali di questo sistema di rilegatura

Ormai, sembra chiaro che la maggior parte dei clienti privati e di quelli aziendali possano difficilmente fare a meno della rilegatura con punto metallico. Basta una coppia di contrassegni da inserire in corrispondenza del dorso della brochure per rendere quest’ultima molto più intrigante sotto l’aspetto stilistico e pratico. Dalla consistenza alla grammatura, ciascun dettaglio può fare la differenza e consentirti di creare una rilegatura di buon livello o meno. Ciò che conta è che ciascuno dei fogli che costituiscano la brochure corrisponda ad un multiplo di quattro, dato che sono proprio quattro le facciate di ciascun foglio. Puoi inoltre selezionare il formato da te preferito, la carta opaca o lucida, il tipo di orientamento. Tutto dipende dalle tue esigenze aziendali.

Quando dovresti utilizzare il punto metallico

Numerose sono le circostanze nelle quali dovresti riflettere sulla chance di aggiungere un punto metallico alla brochure che stai per creare. Quando hai a che fare con occasioni ufficiali o eventi di vario genere, questo sistema può darti una grossa mano e rendere l’intera composizione molto più precisa ed autorevole. Puoi così impaginare immagini e testi, al fine di porre in evidenza determinati elementi da te selezionati. Di sicuro, se fai parte del mondo della grafica o della tipografia, puoi consigliare tale metodo a diversi tipi di aziende o esercizi commerciali. Ecco alcuni che potrebbero trarre grande giovamento da una possibilità del genere:

    • le scuole e le università, così come i loro rispettivi studenti, potrebbero chiederti di organizzare le loro relazioni in una comoda brochure con punto metallico;
    • i liberi professionisti potrebbero impreziosire i loro convegni con opuscoli dotati dei punti;
    • le associazioni potrebbero porre in evidenza una campagna fondi o un evento da loro organizzato;
    • gli enti pubblici e privati potrebbero valorizzare le loro iniziative, mostre, eventi e pubblicizzare guide turistiche con le apposite brochure.

Sono solo alcuni esempi semplici, ma davvero la rilegatura con punto metallico può venire in tuo soccorso in una serie di circostanze pressoché infinita.

Quali consigli seguire per una rilegatura a punto metallico perfetta

A questo punto, ti forniamo alcuni piccoli consigli per confezionare gli ultimi dettagli e costituire una brochure di primissima categoria con l’ausilio dei punti metallici:

    • verifica la quantità di pagine che ti servono per la realizzazione del tuo opuscolo. Se sono molto poche, per te fare a meno del punto metallico diventa praticamente impossibile;
    • se la tua carta ha una grammatura massima pari a circa 200-250 grammi, puoi realizzare una brochure con punti metallici senza alcun genere di rigonfiamento;
    • se invece sei alla ricerca della massima resistenza e miri ad una consistenza superiore della grammatura delle tue pagine, potresti provare le tecniche della brochure fresata e a filo refe.

Come puoi notare, le idee da mettere in pratica in un settore come questo non mancano assolutamente. Devi soltanto valutare i pro e i contro e decidere o meno se aggiungere un punto metallico, o anche più di uno, alla brochure che stai per creare per te stesso o per una realtà cliente.

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Stampa, Tecnologie

Gli inchiostri BIO nella stampa

26 Luglio 2019
Inchiostri BIO - Blu Calamaio

Gli inchiostri BIO nella stampa

Sempre che spesso il mercato della stampa professionale ricerca soluzioni che siano meno incisive sull’ambiente e la cui gestione gravi meno sul budget. Uno degli elementi che grava maggiormente sul bilancio ecologico di questo settore sono gli inchiostri, perché soprattutto quelli con colori più brillanti e particolari vengono solitamente realizzati con sostanze che sono altamente nocive per l’ambiente e anche molto sospette per la salute umana.

Spesso nella formulazione degli inchiostri troviamo metalli pesanti, idrocarburi ed altre molecole organiche a rischio, difficili da smaltire sia come residui che come contaminanti su carta. Il problema si sviluppa su due fronti:

  • il primo è quello della produzione della stampa;
  • il secondo è lo smaltimento la carta, in particolare se patinata e trattata con vernici tradizionali, perché queste contengono sostanze tossiche.

La materia diventa difficile da riciclare e da gestire perché molto spesso i pigmenti non si decompongono, se non con processi che rendono impossibile il riutilizzo della polpa di carta o ne degradano enormemente le caratteristiche.

Gli inchiostri per stampa

Gli inchiostri di solito sono una sospensione oleosa di pigmenti in un medium relativamente volatile, il che rende già piuttosto complessa la produzione di materie prime non pericolose, perché spessissimo la velocità di evaporazione ed essiccazione si accompagna al rischio di incendio. Moltissimi degli inchiostri più diffusi hanno abbastanza acqua al loro interno da scongiurare tali problemi, ma l’impiego di idrocarburi e di altre molecole organiche non esclude del tutto il rischio.

Nella stragrande maggioranza dei casi i prodotti per stampa industriale contengono molecole di sintesi oppure metalli, sia come catalizzatore di reazione, sotto forma di residui, che come parte della molecola di pigmento. Per fortuna non tutti i metalli utilizzati in tipografia per la produzione dei colori sono tossici e soprattutto nel caso del nero, che comunque costituisce una buona percentuale dello stampato, sono relativamente poco presenti.

Ci sono moltissime soluzioni avanzate per inchiostri per tipografia che siano di origine biologica o comunque compatibili. Ad esempio è stata fatta molta ricerca e sviluppo per creare il nero da stampa a partire dalla soia e dal mais, e questi prodotti iniziano a fare parte dei cataloghi e ad essere apprezzati dai tipografi per la qualità e densità del nero.

Molti degli inchiostri prodotti con derivati di queste pianta raggiungono ormai un livello di qualità eccellente e si prestano ottimamente per le applicazioni industriali. Questo significa che la loro densità e la velocità di essiccazione li rende compatibili con gli ugelli delle macchine da stampa seriale, dopo che sono stati eliminati i problemi di viscosità che i primi prodotti potevano in alcuni casi aver manifestato.

Esistono anche versioni con un costo decisamente invitante, bisogna infatti considerare l’economia di scala, adatti per applicazioni domestiche sulle comuni stampanti laser e a getto di inchiostro.

I medium

La soia però non è l’unico fronte su cui si è lavorato, perché anche il medium, cioè la parte destinata a evaporare e a fissare il pigmento sulla carta senza alterarne la qualità al tatto, ha subito una evoluzione particolare.

Molto diffuso infatti adesso è l’uso di lattato di etile, una molecola atossica che non lascia traccia in seguito alla stampa e che soprattutto permette uno smaltimento sicuro. Si tratta di un composto organico di origine biologica relativamente poco stabile, ma con un tempo di degradazione molto più lungo di quello previsto per un comune stoccaggio in magazzino di un contenitore di inchiostro per stampa professionale.

Il motivo per il quale questa molecola ha avuto successo è da ricercarsi nella sua qualità come medium per pigmenti e per il fatto che non è necessario un trattamento particolare per scindere questa molecola. La degradazione avviene con un processo biologico molto simile a quello impiegato per il compostaggio dei comuni rifiuti organici, anche se ovviamente deve essere fatto in ambiente controllato. Il residuo successivo alla scissione della molecola complessa è atossico e non richiede trattamenti di sicurezza particolari.

Il risultato della stampa è ottimo del tutto simile a quello che si o terrebbe con altri medium tradizionali, quindi anche per un investitore la compensazione dei costi è più che ragionevole, se si considera come parte integrante lo smaltimento dei residui.

I pigmenti bio

Già in passato moltissimi pigmenti venivano ottenuti con lavorazioni di prodotti di origine naturale, biologici o inorganici a seconda del colore. Infatti questi erano gli unici disponibili sul mercato e di conseguenza quelli più studiati. Infatti a tutt’ora molti colori usati in stampa, specie quella artistica, per questioni tradizionali, vengono comunemente estratti da piante e più di rado da prodotti di origine animale anche se per motivazioni etiche si tende ad evitare la via dello sfruttamento.

Ovviamente un inchiostro prodotto a partire da estratti naturali con criteri moderni, che ne alterano il pH a l’aggressività nei confronti della carta, non presenta particolari problemi di tossicità ed anche se i residui possono essere abbastanza complessi da gestire è comunque più semplice stoccarli e destinarli al trattamento in impianti specializzati.

Per essere compatibili con l’ambiente gli inchiostri utilizzano solo una quantità limitata di prodotti di origine minerale e metalli, che sono stati scelti in base alla combinazione dell’effetto cromatico vivido che hanno le molecole complesse che li contengono e della loro atossicità.

Gli inchiostri bio non devono contenere tracce di metalli pesanti come il piombo, il cadmio e il cromo, che sono estremamente tossici e incompatibili con le moderne politiche ambientali.

Ci sono molte spinte da parte dell’Europa per ridurre al minimo l’impiego di questi materiali, prima della loro messa al bando definitiva, perché purtroppo si è evidenziato nel tempo come sia del tutto illusoria la possibilità di introdurre cicli virtuosi di recupero per i loro composti, perlopiù per questioni legate alla scarsa convenienza economica e al rientro ridotto dell’investimento.

Si tratta infatti di metalli la cui vita industriale viene progressivamente ridotta dalle politiche comunitarie in materia ambientale, fortunatamente sempre più restrittive. Questo naturalmente ha portato i principali produttori di stampanti e dispositivi per tipografia avanzata ad iniziare un percorso di progressiva conversione delle macchine, introducendo versioni multi standard e creando così un meccanismo virtuoso di abbandono delle vecchie in favore di quelle compatibili.

La convergenza con chi invece produce inchiostri che siano perfettamente identici, se non migliori di quelli classici, inoltre ha velocizzato il processo, spingendo sempre più grafici e tipografi ad optare per le nuove vie, mossi anche dalla possibilità di accedere ad agevolazioni relative alle basse emissioni di residui nel corso delle lavorazioni.

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